lunedì 30 novembre 2015

Gita a Livorno

Un gita a Livorno, meta vicina, spesso dimenticata, ma da non perdere
Livorno è la mia seconda città elettiva: ho trascorso a Livorno o meglio all'Ardenza le estati più belle della mia fanciullezza, a casa delle mie zie, come usava un volta, quando andare in vacanza era un lusso non per tutti e quindi le vacanze erano dai parenti che risiedevano al mare.
Livorno mi è rimasta nel cuore, per i luoghi aspri e salmastrosi, ma anche per il popolo, sincero e schietto, vocione e allegro, un bel popolo, poco toscano, molto un mix di uomini di mare, che qui trovarono nei secoli, ospitalità e lavoro. Storica, numerosa e laboriosa la comunità ebraica.
Cosa consiglio da vedere: la Venezia forse l'unico quartiere storico rimasto in buona parte in piedi dai terribili bombardamenti anglo-americani, ma anche il Porto Mediceo, la Fortezza Vecchia e quella Nuova, il nuovo Acquario, la Terrazza Ciano (pardon ora Mascagni), Ardenza, Antigano, Montenero con il Santuario della Madonna e i terribili ma affascinanti ex voto. Casa Modigliani, l'Accademia Navale, unica in Italia, Via Grande, la Sinagoga e il Museo Ebraico e in Venezia, i ruderi del Teatro San Marco, dove nel 1921 fu fondato il PCI. Meritano una escursione in barca, i Fossi che attraversano la città, con i vecchi magazzini, dove le merci arrivate dalla Toscana con i Navicelli aspettavano l'imbarco per i porti di tutto il Mondo. Lungo i fossi, nelle mattine feriali, da visitare l'ottocentesco Mercato Centrale, una struttura imponente, la più grande di europa, affascinante con le cento botteghe e, per gli amanti del pesce, tutto e di più.
Mangiare a Livorno, nei locali tipici, vuol dire spesso, ritornare a tanti anni fa, quando la moda per pesce cucinato in bianco, non aveva prevalso, nella cucina italiana. Come una volta, qua la pasta con il pesce, è rigorosamente in rosso, col pomodoro, che ritroviamo in tutti i piatti della migliore tradizione labronica. Nei primi ci possiamo sbizzarrire con la pasta con il Favollo, le Cozze, Le Cicale, i Totani, i Ricci, nei secondi ci possiamo abbuffare con il Cacciucco (con cinque C), e i piatti detti alla "Livornese", che vuol dire rossi, Triglie, Baccalà, Stocco con Patate, Cozze, Seppie, Totani e le fritture splendide, di Baccalà, Paranza, Calamaretti, Cicale. E per digerire il tutto l'incommensurabile Ponce.
Prezzi moderati nel trattorie tipiche della Venezia, fra cui consiglio l'Antica Venezia, un po' più consistenti al Porto Mediceo, dove consiglio l'Andana. Per chi ama il crudo e le ostriche vada all'Ostricaio, al porticciolo dell'Ardenza. Per un posto romantico, dalla vista stupenda e dal mangiare positivo, andiamo sul Romito, alla Torre di Calafuria, che, nei  giorni di Libeccio, è spettacolo unico.
I Ponce storico si degusta dal Civili, il Bar in via del Vigna, dal 1890, vicino alla Stazione dei treni.
Il Cinque e Cinque, con un bicchiere di spuma bionda, è colazione, merenda e pasto veloce dei livornesi veraci. Il famoso panino farcito con la Torta si degusta ovunque, ma quello storico è da Gagarin, nei pressi del Mercato Centrale. Non lo chiamate Panino con la Cecìna, nome pisano della Torta di Ceci perchè rischiate di non essere serviti. Da gustare per strada anche le Roschette livornesi, che erano la mia merenda dopo il mare, ai bagni Lido o Pejani, mentre i "ricchi" andavano ai Bagni Pancaldi fra l'Acquaviva e la Terrazza Ciano, che necessiterebbero ora di un profondo restauro, come quello effettuato di fronte allo storico Grand Hotel Palazzo, da poco ben fatto, dal noto alla cronache, Bulgarella. Hotel storico, veramente affascinante e come cinque stelle, neppure caro.
Per gli amanti del mare, suggerisco per l'estate una gita in barca alle secche delle Meloria, dove iniziò il declino dei Pisani, sconfitti dalla Repubblica Marinara Genovese, in una cruenta battaglia navale.
Per finire, l'ampio canale scolmatore, che sbocca a nord del Porto Industriale e divide Livorno da Calambrone e dai Pisani, porta acqua lucchese, ma questo sarà la storia di un prossimo post.

francesco colucci, by vivere cursiosando




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